Wild gardening: il giardinaggio ecologico

Domenica 6 ore 11.00 | Riccardo Primitivo Fiorucci

Wild gardening: il giardinaggio ecologico

Wild gardening è una conversazione sul giardinaggio ecologico, una riflessione sul nostro ruolo di giardinieri e rapporto con la natura in città. Una serie di consigli e spunti per rendere i nostri giardini, balconi, terrazze, oasi di biodiversità.

Il giardinaggio è quell’attività che permette di “popolare” gli spazi, rendendoli vivi. Trasforma un luogo inabitato in comunità di viventi, rendendolo casa e poi città. Pensa all’atto di comprare semi, piante e fiori come ad un modo per connetterti con la natura. Solo così scoprirai che il mondo è un giardino da vivere e rendere bello. In cui giocare, divertirsi, condividere e vivere insieme.

È una mentalità. Devi imparare ad apprezzare e comprendere la natura. Osservare il cambio delle stagioni. Aiutare e ammirare l’arrivo di insetti, impollinatori, uccelli e animali selvatici.

Il giardino è una riserva naturale.

In passato non sempre abbiamo pensato al nostro giardino come a una riserva naturale per sostenere piante e animali. Questo è però il ruolo dei paesaggi costruiti ora e nel prossimo futuro.

E non sempre abbiamo realizzato che la biodiversità è qualcosa che abita felicemente nei nostri spazi, ma piuttosto da qualche parte “là fuori nella natura”. Nel nostro parco, bosco, riserva naturale.

Non abbiamo percepito abbastanza la velocità con cui le specie stanno scomparendo dai nostri quartieri, dalle nostre città.

Forse perché non ci è stato insegnato abbastanza, quanto fosse vitale per il nostro benessere e per la nostra sopravvivenza. In fondo se non sappiamo riconoscere un rondone come possiamo preoccuparci se l’anno dopo non torna?

Tutti i nostri spazi esterni – terrazzi, balconi, davanzali, cortili, giardini – tutti i luoghi in cui viviamo possono e devono contribuire ai nostri ecosistemi locali. Sostenere la produzione degli ecosistemi essenziali.

E allora progettiamoli come fossero luoghi “ricchi di significato ecologico”. Come “riserve della Biosfera”. Come quelle aree verdi riconosciute dall’Unesco, dove l’uomo vive in connessione con la natura e si sperimentano strategie di sviluppo sostenibile.

Questo vuol dire prestare attenzione alla funzione prima dell’estetica. Al modo in cui le piante sono state coltivate e prodotte. Al cambiamento climatico e alle sue conseguenze all’impatto umano. Alla sopravvivenza di insetti, impollinatori e animali.

Solo così potremo creare habitat naturali vitali per tutti i viventi. La responsabilità di “amministrare” bene la Terra e la cura dei suoi ecosistemi dipende da ognuno di noi.

E non serve un giardino per farlo. Dagli spazi domestici alle aiuole della città, dagli orti comunitari agli orti e ai parchi urbani, chiunque può trovare il suo posto.

« Che il giardino entri e non si arresti davanti alle porte! » Bernard Rudofsky

Riccardo Primitivo Fiorucci
Inizia a coltivare il suo orto interiore fin da piccolissimo assieme al nonno appassionato di piante da frutto e insolite, senza mai smettere di coltivare e sperimentare in balcone e in giardino. Frequenta i corsi di giardinaggio della Scuola Giardinieri di Roma, di progettazione della Scuola Agraria del Parco di Monza. Insegna alla Scuola del Verde ed è guida storico-botanica in alcuni dei più importanti giardini del Lazio. Quando non è in giardino (è diplomato in conservatorio) canta e insegna canto.

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