Giardino del Vento di Daniela Colafranceschi

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Progetto:
Daniela Colafranceschi
daniela@colafranceschi.com

con
Alessandro Battaglia
e Giuseppe Grant per ‘Orizzontale’ www.orizzontale.org

Sponsor 
Claudio Camarda 
www.tillandsie.com

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[toggle title=”Descrizione” ]

Nelle intenzioni di questa edizione di ‘Follie d’Autore’, si esprime il tema della crisi e di una attitudine moderna per metterla in valore. Il pensiero di una istallazione si dirige ad un elemento vitale per la nostra esistenza – e per l’esistenza del giardino – che ha però risorse tanto limitate quanto allarmanti: l’acqua. La scarsezza o la totale assenza di acqua, può convertire in valore la possibilità di generare spazi vegetali originali come interpreti di ‘paesaggi della crisi’.

Premessa
L’invito a partecipare a questa manifestazione, mi è stato espresso da Franco Zagari durante una visita di auguri al suo studio. Una serata fredda d’inverno, dove la pioggia battente, improvvisa ma persistente, mise fuori combattimento la mia moto, costringendomi ad una avventura buia, fredda, ma soprattutto molto molto umida, di ritorno a casa. L’acqua, pensai lungo il tragitto, sarebbe stata la protagonista del giardino. Qui, ne è celebrata la sua assenza. Un altro felice incontro, e nello stesso periodo, è stato quello con Claudio Camarda e della sua ditta di produzione e importazione di piante esotiche, in particolare delle Tillandsie. (Claudio Camarda, ‘Figlie del Vento’ www.tillandsie.com ). Le Tillandsie sono piante senza radici, che non hanno bisogno né di terra né di acqua. Il loro nutrimento arriva dall’umidità dell’aria. La loro caratteristica è quella di assorbire polveri e gas di inquinamento e restituire ossigeno.

Il giardino del Vento
Un’idea semplice: un giardino verticale di Tillandsie, pensato come un tessuto, una filigrana, una trama vegetale che separa, marca uno spazio e ne filtra la sua percezione. Una sequenza di pareti verdi, che scandiscono un ritmo di ambiti aperti, tra loro in relazione. Superfici vegetali che direzionano la percezione dello spazio a cui si aprono, e regalano una immagine sempre filtrata a distinte densità del suo intorno. Sono strutture flessibili e versatili, che mettono in valore come unica protagonista del giardino, questa meravigliosa specie di bromeliacea. Le Tillandsie vivono in condizioni critiche, si adattano e si piegano ad ogni carenza nutrizionale per alimentarsi solo di aria. Il vento che le pettina e le accarezza, sembra l’unica necessità per esprimere bellezza e poesia. Il giardino, nel suo carattere fortemente sperimentale e imprevedibile, vuole celebrare questa qualità, rendendola un manifesto. Tre differenti archi – come tre sono i differenti volumi dell’Auditorium – sostengono i tessuti delle pareti vegetali. La trama delle Tillandsie comporrà i ritmi dello spazio, nella maniera di viverlo e apprezzarlo. Tutto il giardino intende proporre un’idea versatile, flessibile e sorprendente, eppure riproducibile anche alla scala domestica dei nostri giardini o terrazze, nel disegno di ambiti ‘speciali’ di giardino.

La sua realizzazione

Le strutture degli archi, originariamente dovevano essere di bambù, tagliato a metà secondo una sezione longitudinale a “U”, così da permettere un impianto di irrigazione lenta ‘goccia a goccia’ sul solo punto di culmine dell’arco. L’acqua scendendo lateralmente e percorrendo l’arco in tutta la sua lunghezza avrebbe permesso il suo lieve percolare lungo la superficie verticale delle tele, permettendo così di alimentare le piante. Per ragioni oggettive di tempo e contingenza – e anche perché le piante non hanno necessità di nutrimento – le strutture ad arco saranno invece quelle utilizzate per l’impianto di serre agricole. Per esse, dovremo prevedere un ancoraggio a terra. Le superfici verticali verdi, sono realizzate con tela da cantiere (con cui generalmente si vestono le impalcature o alcuni tipi di serre) che in quanto tessuti leggeri microforati, non oppongono resistenza al vento. Queste funzionano da supporto per le Tillandsie a cui saranno agganciate, per mezzo di filo di nylon.

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colafranceschi

Daniela Colafranceschi

Architetto, Dottore in Progettazione Architettonica, insegna dal 1991 presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria.
E’ Professore Ordinario in Architettura del Paesaggio e afferisce al Dipartimento OASI. Dal 2008 è Responsabile per le Relazioni Internazionali della Facoltà di Architettura.
Direttore Scientifico del Programma europeo IP “Changing Landscapes.Mediterranean Sensitive Areas Design” dell’Università Mediterranea (2008-11). Tra le  sue attività, oltre a quella di progettista, dal 2003 attivitá culturali ed editoriali per il COAC – Collegi d’Arquitectes de Catalunya.Tra le sue opere i giardini a Fara Sabina (Roma, 1993), Chaumont-Sur-Loire (Francia, 1996), Canet de Mar (Barcellona, 1999) e a Girona (Barcellona 2002), per il quale ha ottenuto ilPremis FAD arquitectura espai efimer, nel 2003.
Suoi scritti e progetti sono pubblicati su riviste di architettura italiane e internazionali. Ha già pubblicato: Architettura in superficie, Gangemi editore, Roma, 1995; Sull’involucro in architettura: Herzog, Nouvel, Perrault, Piano, Prix, Suzuki, Venturi, Wines, Ed. Librerie Dedalo, Roma, 1996; Mirades foranes: lectures ibèriques, Col·legi d’Arquitectes de Barcelona, Barcellona, 2006; Landscape+ 100 words to inhabit it/ Landscape+ 100 palabras para habitarlo, Editorial Gustavo Gili, Barcellona 2007; Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi Critici.Alinea, Firenze 2007. Changing Landscapes.Mediterranean Sensitive Areas Design (a cura di), Alinea, Firenze 2010. E’ inoltre dal 2000 direttrice della collana di libri di paesaggio “Land&Scapes” per la Gustavo Gili Editore, Barcellona, collana che ha ottenuto la menzione d’onore alPremis FAD Pensamiento y Critica nel 2011 .

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