La 13 edizione del Festival all'Auditorium di Roma


Come vorremmo vivere? Quali saranno gli ingredienti per una nuova era «open air» ispirata allo stile di vita mediterraneo, a contatto con la natura? Quali tematiche – ecologiche, sociali e ambientali – la caratterizzeranno?

La 13 edizione del Festival punta sulla vita all’ aria aperta. La relazione con la natura, soprattutto per chi abita nelle aree urbane, non è un trend del momento ma un bisogno fondamentale. L’aumento delle temperature e il riscaldamento globale ci pongono davanti alla necessità di ripensare le attività umane. E sperimentare nuove soluzioni per migliorare la qualità della vita di tutti gli esseri viventi.

Così la questione non è più sapere quali sono le piante dell’anno o quale arredo di design non può mancare nel nostro spazio esterno. Ma quali sono gli aspetti della vita sui quali concentrarci.

Il vivere fuori, connettersi con la natura – vero fil rouge del Festival – diventa quindi espressione di una filosofia ambientalista. E trova nel «giardino planetario» il riferimento culturale per un nuovo Antropocene e l’ invito a divenire custodi e giardinieri dell’intero ecosistema.

Qualcosa di straordinario è infatti successo in questi ultimi anni. Il dibattito su clima e biodiversità è uscito da accademie, laboratori di scienziati, circoli di esperti ed è arrivato nelle strade. Lo sentiamo ovunque: in metro, alla cassa del supermercato, in palestra, alle cene con gli amici, a scuola dei nostri figli. Non è più un argomento di nicchia, è mainstream.

Tutto è iniziato nel 2018. L’ IPCC – Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite – ha spiegato in termini forti ma onesti, le conseguenze sulla nostra dipendenza dai combustibili fossili. E quando sai non puoi più far finta di non sapere.

Se davvero casa, città e Pianeta, fossero grandi giardini di cui prenderci cura, faremmo della sostenibilità una scelta di vita «normale» e felice. Ognuno secondo le proprie possibilità.

La scrittrice e attivista Mary Annaise Heglar sostiene che «il più grande potere che abbiamo non risiede nel nostro ruolo di consumatori, ma di cittadini. Solo se ci uniamo possiamo cambiare tutti insieme il modo in cui funziona il mondo. È come in una staffetta, si riparte sempre da dove gli ultimi si sono interrotti».

In questa nuova avventura sul giardino pensile dell’ Auditorium Parco della Musica, ci accompagneranno:

  • un vivace ottimismo per il futuro delle aree urbane e del clima. Crediamo con David Wallace Wells che il mondo, anche se troppo lentamente, si stia comunque muovendo verso la decarbonizzazione più velocemente di quanto un tempo sembrasse ragionevole pensare
  • una serissima preoccupazione per le condizioni fisiche del pianeta che – come dimostrano il caldo estremo, le inondazioni e gli incendi – continuano a peggiorare
  • un desiderio e una determinazione ostinata ad agire per l’ambiente urbano. Il mondo naturale deve riprendersi il suo spazio, le aree verdi combattere l’ inquinamento atmosferico e le emissioni di co2.

Cosa ci sarà al Festival del Verde e del Paesaggio 2024?

Le capanne dello sciamano. Il giardino dell’ artista Ciriaco Campus, perché come scrive la scrittrice, e attivista Toni Cade Bambara «solo un’artista può rendere la rivoluzione irresistibile».

Roma, città eterna e più verde d’Europa. Con le sue aree naturali protette, ville storiche, golene fluviali, zone agricole e orti urbani, è pronta a rispondere nel suo modo «lento» alle sfide del presente.

Gli Incontri sulla città. È nelle metropoli che si gioca la sfida più importante dell’ essere vivente. Il verde urbano ha un ruolo molto importante nel combattere la crisi climatica e ridurre le concentrazioni di gas e l’ impatto dell’ ambiente urbano.

Il concorso di progettazione «Avventure Creative». Da quest’anno, insieme all’ Assessorato all’ Ambiente del Comune di Roma, il concorso scende in strada e rivaluta uno spazio verde della città.

Il concorso di progettazione «Balconi per Roma». Abbiamo bisogno di una città completamente nuova dove può essere bello tornare finalmente a sognare.

I corsi di giardinaggio per il cambiamento climatico della Scuola del Verde. Rispondere alla perdita di biodiversità deve diventare parte di ciò che siamo.

Le terrazze romane del Festival. Un richiamo al giardino – pubblico, privato, comunitario – che cura e dona benessere fisico e mentale.

Le attività per bambini. È uno degli impegni del Festival insegnare ai più piccoli il loro posto in questo meraviglioso ecosistema, prezioso diritto di nascita.

La giornata del Verde per le scuola della primaria. La scuola, dopo la famiglia, è il luogo privilegiato per attivare progetti di educazione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile e per sperimentare la relazione con la natura.

Istituzioni e associazioni di quartiere. Per cambiare il mondo ognuno deve fare ciò in cui è più bravo.

Il mercato di Slow Plants. Soluzione al “fast gardening”, sinonimo di vivaismo sostenibile ed espressione dell’ impegno climatico del Festival.

L’ Outdoor Living Village e i suoi Artigiani. Godere del piacere di vivere all’ aria aperta può rappresentare quella «spinta gentile» che influenza il nostro comportamento nei confronti dell’ ambiente e della risorsa naturale.