Può un social network, se adeguatamente analizzato, RACCONTARE lo stato di  felicità o infelicità di chi vive in città inquinate?

I ricercatori del MIT – guidati da Siqi Zheng, professore associato nel Dipartimento di Studi e Pianificazioni Urbane del MIT, che da anni esamina le connessioni dinamiche tra la vitalità urbana (la crescita economica e lavorativa, ad esempio) e i servizi urbani (come il trasporto, l’aria pulita, le scuole, le abitazioni e i ristoranti) – hanno scoperto che l’inquinamento atmosferico nelle città cinesi, potrebbe contribuire ad abbassare i livelli di felicità tra la popolazione urbana del paese. Un articolo – Air pollution lowers Chinese urbanites’ expressed happiness on social media – pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour conferma infatti che, a livelli elevati d’inquinamento, è associata una diminuzione del livello di felicità delle persone.

E a dirlo è stato un social network che ha fornito, in tempo reale, un’enorme quantità di dati, compreso il livello di felicità delle persone in 140 diverse città. Attraverso un algoritmo ad apprendimento automatico (machine learning), il team ha analizzato circa 210 milioni di tweet geotaggati della più grande piattaforma di microblogging della Cina.

I tweet di Sina Weibo – che combina funzionalità tipiche di Twitter e di Facebook – coprono un periodo che va da marzo a novembre 2014. Ad ognuno, è stato applicato l’algoritmo che analizza automaticamente il sentimento, per misurare il sentimento del post. Successivamente si è calcolato il valore medio – il cosiddetto indice di felicità espresso – per quella città e quel giorno. L’indice che va da 0 a 100, indica con lo 0 un umore molto negativo e con il 100 uno molto positivo. Infine, fondendo questo indice con la concentrazione giornaliera di PM2,5 (polveri sottili) e i dati meteorologici,  è stata trovata una correlazione significativamente negativa tra inquinamento e livelli di felicità.

L’analisi dei tweets ha dimostrato anche che:

  • le donne (soprattutto quelle con i redditi più alti) appaiono più sensibili a livelli  elevati di inquinamento rispetto agli uomini;
  • le persone che abitano in città molto pulite o molto sporche, si sentono maggiormente colpite dai livelli di inquinamento, questo perché probabilmente, nel primo caso, coloro che sono particolarmente preoccupati per la loro salute e la qualità dell’aria, tendono a trasferirsi in città pulite, mentre, nel secondo caso, chi abita in città molto sporche, è più consapevole del danno alla salute derivante dall’esposizione a lungo termine a sostanze inquinanti;
  • l’inquinamento atmosferico – causato dall’industrializzazione del paese, dalla combustione del carbone e dall’aumento dell’uso di automobili – è dannoso non solo per la salute ma anche per le prestazioni cognitive e la produttività del lavoro, motivo per il quale le persone si trovano costrette a trasferirsi  in città più pulite o in edifici verdi; ad acquistare l’ equipaggiamento protettivo fatto di maschere facciali e purificatori d’aria; a trascorrere il meno tempo possibile in luoghi aperti;
  • il maggiore costo sociale dell’inquiamento è sostenuto dalla «maggioranza silenziosa » che spesso non emerge dagli studi, qusto perchè  gli individui che pubblicano sui social media, sono solitamente giovani ed istruiti, mentre gli anziani, che sono meno propensi a utilizzare i social media, sono più vulnerabili all’aria inquinata;
  •  le persone soffrono più durante i fine settimana, le vacanze e i giorni con condizioni climatiche estreme. I social network hanno registrato aumenti significativi della felicità nei giorni con buone notizie e importanti peggioramenti nei giorni di notizie cattive (come con il disastro in Malesia).

Ma il dato più rilevante, afferma la dottoressa Siqi Zhen, è che

L’ inquinamento ha anche un costo emotivo e un impatto significativo sul comportamento delle persone, perchè quando le persone sono infelici,  possono prendere decisioni irrazionali.  Nei giorni maggiormente inquinati, è stato dimostrato che le persone hanno maggiori probabilità di impegnarsi in comportamenti impulsivi e rischiosi che potrebbero poi rimpiangere, probabilmente come conseguenza di depressione e ansia a breve termine.

Ora, sarebbe molto interessante provare a capire cosa i social network raccontano di noi italiani, perchè di certo non stiamo messi meglio. Questi sono i numeri emersi da un rapporto Air quality in Europe 2018, pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente.

  • L’ Italia è al secondo posto in Europa per morti per Pm2.5 (60.600) e al primo per le morti da biossido di azoto (20.500) e per l’ozono (3.200);
  • Nel 2015 le concentrazioni di PM2,5 hanno causato 60.600 morti premature, quelle di NO2 di altre 20.500 e quelle di O3 3.200 ancora;
  • Nessun altro Paese (neanche i più popolosi del nostro come Germania, Francia e Regno Unito) ha registrato più vittime legate all’inquinamento atmosferico. E la situazione più critica si registra nella Pianura Padana a causa dei livelli altissimi degli ossidi di azoto (principalmente causati da motori diesel);
  • In Europa 3,9mln di persone abitano in aree dove sono superati contemporaneamente e regolarmente i limiti dei principali inquinanti dell’aria (Pm10, biossido di azoto e ozono). Di queste, 3,7mln, cioè circa il 95%, vive appunto nel Nord Italia;
  • Ogni giorno più del 90% dei bambini e ragazzi sotto i 15 anni nel mondo respira aria inquinata, che è la causa di 600mila morti infantili dovute allo smog respirato in casa e fuori;
  • L’Italia fa parte dei Paesi con la qualità dell’aria peggiore, tanto che il 98% dei bambini è esposto a livelli troppo alti di polveri ultrasottili.

Secondo il rapporto presentato dall’Oms in occasione della prima Conferenza Globale sull’inquinamento atmosferico e la salute, il problema riguarda sia i paesi in via di sviluppo, dove il 98% dei bambini sotto i 5 anni respira livelli di polveri ultrasottili superiori al limite fissato dall’Oms, sia quelli ad alto reddito, dove la percentuale è comunque superiore al 50%.

L’aria inquinata  sta avvelenando milioni di bambini e rovinando le loro vite. Questo è imperdonabile. Ogni bambino dovrebbe poter respirare aria pulita per crescere al massimo del proprio potenziale (Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore Generale dell’Oms)

Traffico, climatizzazione degli edifici, produzione di energia, industria, agricoltura e gestione dei rifiuti, sono alcuni dei responsabili dell’inquinamento atmosferico in Italia, ma come spiega bene l’Ispra, al primo posto ci sono la climatizzazione degli edifici e il trasporto su strada. E’ importante agire subito cambiando radicalmente modo di muoverci, riscaldarci e raffrescarci utilizzando fonti pulite e rinnovabili, come ad esempio la geotermia.

Ogni giorno cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno, di allontanare dalla mente i temibili scenari apocalittici, di pensare che  purtroppo «ormai è normale» che gli alluvioni distruggano boschi, comunità, campi agricoli e frane o le slavine sotterrino paesi. Certo, in qualche modo dobbiamo pur difenderci… Ma la realtà è ben diversa.

L’Italia si sta scaldando a una velocità doppia rispetto a quella di tutto il Pianeta (V Rapporto dell’IPCC) l

Stiamo obbligando i giovani ad accollarsi il peso delle nostre (non) scelte sbagliate e a subirne le conseguenze. Forse potremmo dar loro una mano e iniziare a CAMBIARE.

Abbiamo deciso di dedicare l‘edizione 2019 del Festival a quell’azione ricorsiva ritmica, cadenzata, che facciamo di continuo, senza neppure accorgercene, che ci rende sodali di tutti gli organismi viventi e a cui affidiamo la nostra sopravvivenza: IL RESPIRO. Di parlare dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico,  in modo intimo e personale, senza retorica o eufemismi tipici di chi si sente in difficoltà o si vergogna. Di dire a voce alta che quello che sta accadendo non è normale, che la situazione è critica MA che possiamo e dobbiamo fare qualcosa. Di rimboccarci le maniche e dare un segnale di vita a questa città che sembra essersi persa.

Abbiamo bisogno di voi e del vostro aiuto per dimostrare che #abbiamoancoratempoperagire