La vita all’aria aperta: la vita che piace alla gente che piace.

Cambia anno, cambia governo.

Resiste la nostra voglia di un “bel far niente” , quella capacità culturale

di apprezzare la bellezza della sospensione del tempo nel ritmo normale dell’occupare lo spazio antistante casa, il balcone, l’angolo di strada, il tratto che ci separa dalla fermata della metro. Franco La Cecla

Siamo un popolo dell’aria aperta e non possiamo farne a meno.

Appurato ciò, vediamo cosa ci lascia il 2020 e cosa ci aspetta in questo nuovo anno.

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2020 versus 2021.

Se, come racconta google trends,  il 2020 ci ha lasciato con una terribile, pandemia l’insonnia, la dad-working, le emojii con le mascherine, la riscoperta del giardinaggio, la mania cucito e del lievito madre, le catastrofi climatiche, il barboncino toy e la meditazione, il 2021 non scherza. 

Fortunatamente, l’anno del bufalo (secondo l’oroscopo cinese), ha portato con sé – oltre alla terza ondata, alla crisi di governo, allo sciamano di Capitol Hill, ai ritardi dei vaccini – qualche piccolo barlume di speranza.

In ordine: un presidente americano nuovo di zecca, la nostalgia per l’analogico (tornano di moda le cassette, la carta da lettera e le cartoline!), i bagni nella foresta, il Festival di Sanremo, l’anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante, il primo Green retail park al mondo (a Torino), il movimento rewilding, le diete climate friendly, il fungo koji, il foraging per la pelle, i giardini da interno e i muri vegetali, progetti visionari per città del futuro, l’agricoltura rigenerativa.

Ma soprattutto  il Friluftsliv, la nuova ricetta per la felicità che atterra direttamente dalle gelide Terre del Nord.

La prima volta che ne abbiano sentito parlare ci sembrava il solito rimedio di bien vivre del Nord Europa fatto di design essenziale, colori tenui, candele accese, plaid e maglioni di lana dentro cui ti perdi (e non ti ritrovi), ghirlande ecc….

La seconda volta, pure. Stessa identica sensazione da “richiamo della foresta”.

Abbiamo comunque deciso di parlarvene perchè racconta un fenomeno interessante.

Dopo questa doverosa premessa, siamo pronti.

In questo post, troverete alcuni elementi utili per affrontare con una sana curiosità e lo giusto spirito critico, il nuovo antidoto del Nord, generico solo a prima vista, per combattere la stressante quotidianità urbana.

Pronti?

La guida al Friluftsliv è fatta così:

  • Cerchiamo di capire cos’è: la filosofia del  Friluftsliv
  • Sì, ma in cosa consiste? I modi per vivere secondo il Friluftsliv
  • Ok, ma funziona? La parola agli esperti
  • Tutto chiaro. Ma PERCHE’ dovremmo praticare il Friluftsliv?

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Cerchiamo di capire cos’è: la filosofia del  Friluftsliv

Friluftsliv è l’ espressione norvegese impronunciabile che significa “vita all’aria aperta”.

Per il friluftsliv – spiega Oliver Luke Delorie nel suo libro – non c’è bisogno di niente, basta aprire la porta, uscire e inspirare profondamente, perché questo è solo il bisogno primordiale di stare fuori e creare un legame con la natura. Nessuna scalata per conquistare le vette più alte o attraversata delle dune del deserto su potenti mezzi a motore. Solo noi, nella solitudine della natura per guardarci dentro e fare chiarezza.  Il professore Hans Gelter biologo evoluzionista, afferma che “trovare la strada che ci porta alla natura è la vera essenza del friluftsliv; stare nella natura senza perseguire un obiettivo particolare ma solo giusto per stare lì.”

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Sì, ma in cosa consiste? I modi per vivere secondo il Friluftsliv

Questa filosofia di vita all’aria aperta richiede azioni e gesti semplici.

Fare un picnic sull’erba, guardare il sole sorgere o tramontare, prestare attenzione al respiro, lasciare vagare la mente, contemplare la luna, ascoltare gli uccelli, cacciare pietre, piante, cercare funghi, contemplare la natura, accendere un fuoco, giocare con la neve, costruire castelli di sabbia, dondolarsi su un’amaca, immergersi in sorgenti termali, camminare su un prato a piedi nudi.

In poche parole, vagare liberamente affinché i ritmi naturali di mente, corpo e spirito raggiungano l’armonia, ricordando però che questa è più di una semplice attività, è uno stile di vita, intrinsecamente legato alla cultura e al significato dell’essere norvegesi.

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Ok, ma funziona? La parola agli esperti

Il friluftsliv trova il suo nutrimento nelle antiche radici del rapporto benefico tra uomo e natura. Sarà forse questa la chiave per essere felici? Magari non l’unica, ma sicuramente aiuta, visto che ogni anno i Paesi Nordici sono nella top ten del World Happiness Report 2020 dei luoghi più felici del mondo.

Se guardiamo la classifica, al primo posto, per il terzo anno consecutivo, c’è la Finlandia, segue la Danimarca, al quarto posto l’Islanda, al quinto la Norvegia e al settimo la  Svezia. Mentre l’italia conquista il suo 30esimo posto guadagnando però sei posizioni rispetto al 2019.

Il Rapporto ha misurato per la prima volta anche le città, in base al loro benessere soggettivo. E anche qui la classifica varia di poco perchè le città più felici al mondo sono proprio quelle nordiche: Helsinki (Finlandia) e Aarhus (Danimarca) sono prima e seconda, Copenaghen (Danimarca), Bergen e Oslo (Norvegia) sono rispettivamente al quinto, sesto e settimo posto. Stoccolma (Svezia) è nona.

Ci siamo. Il Friluftsliv  – come l’hygge, il lagom, il sisu – trae la sua energia vitale dai paesaggi misteriosi ed incantati delle Terre del Nord, dai lunghi e gelidi inverni sospesi tra luce e tenebra durante i quali è necessario lasciarsi conquistare da quella che Kari Leibowitz, psicologa alla Stanford University, definisce “positive wintertime mindset.”

Sembra piuttosto chiaro che queste filosofie di vita nascono dalla necessità – per chi ha imparato a convivere con il freddo di una fascinosa natura polare e con il buio e le ombre di remote città artiche, – di “vedere le opportunità della stagione” e trovare gli aspetti positivi in un inverno lungo e impietoso che facilmente genera depressione stagionale.

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Tutto chiaro. Ma PERCHE’ dovremmo praticare il Friluftsliv?

E qui arriva il bello!! Ne abbiamo bisogno.

Sembra assurdo per noi che trascorriamo la nostra esistenza con

  • le chiacchiere al bar all’angolo
  • le infinite pause caffè
  • la passeggiata nel quartiere
  • i festival e i cinema all’aperto
  • il pranzo al mare e la gite fuori porta della domenica
  • il picnic al parco
  • la casa in campagna dei nonni
  • la villeggiatura al mare

eppure è così.

Abbiamo bisogno della seducente carica emotiva del Nord e del potere confortante della cannella per costruire persuasivi manuali della felicità.

Queste filosofie stile ikea ci piacciano tanto perchè sono congegnate come facili e democratici kit del faidate.

Facili istruzioni di montaggio, design caldo e confortevole, un affascinante catalogo di “prodotti utili e essenziali” per la vita quotidiana in città, uno spirito verde e sostenibile così di moda.

Questo è il motivo del successo del grande Nord.

È sufficiente, non importa l’ordine,

  • raccogliere pietre
  • guardare il tramonto
  • galleggiare in una barca
  • poi tornare a casa accendere una candela
  • intrecciare una ghirlanda davanti ad un buon tè
  • creare quell’intimità e convivialità rassicurante che genera una sensazione di contentezza o benessere
  • concentrarsi solo su quello che è assolutamente essenziale sapendo quando smettere
  • affrontare la vita con perseveranza, resilienza, onestà, imparando a  gestire lo stress e a porsi obiettivi concreti.

E se riuscite a fare tutto questo in una giornata, siete mitici! perchè avete celebrato il Friluftsliv (norvegese), praticato l’ Hygge (danese), abbracciato il Lagom (svedese) e il Sisu (finlandese).

In sostanza, ne abbiamo bisogno perchè ci affascina l’idea che in quelle liste ordinate dai colori tenui si nasconda il segreto per un mondo più autentico e verde. In cui Natura, cura, gentilezza e comunità, abbraccino il nostro futuro di abitanti di città.

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Per sintetizzare: ha senso seguire il Friluftsliv?

Pratichiamolo pure, consapevoli che quel bisogno/diritto primordiale di stare fuori per stare bene, rivendicato dai popoli del Nord, è nostro di diritto.

Fa parte della cultura italiana che è stata capace di creare

un sistema di centellinamento del tempo, di gestione dello spazio quotidiano, di relazione tra sogno e veglia che costituiscono quel mondo addomesticato che rende la vita sopportabile e perfino piacevole. Franco La Cecla

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Che dite, non sarà arrivato il momento di scrivere il metodo italiano per riconnnettersi con gli altri ed essere felici?

Pensiamoci….