Ne siamo certi. Ci abitueremo anche a questo Natale.

Riempiremo la “normalità” di nuovi gesti e significati così da non dover più ricordare com’erano le cose in passato.

Mettetevi l’animo in pace, ci stringeremo ancora e ancora intorno a quella tavola, con la consapevolezza che soprattutto (e nonostante tutto) di questi tempi, 

la famiglia (disordinata, complessa, miserabile, felice, tante sfumature di quelle ultime due parole) è il vero regalo sotto l’involucro. Zadie Smith

Per ingannare l’attesa, vi proponiamo qualche nuovo rituale per allggerire il carico da novanta di questo Natale da pandemia.

A questo punto vi chiederete: è così importante ?

La risposta è sì.

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A cosa serve un rituale?

Un rituale vi connette al passato, vi radica nel presente, vi permette di vedere il futuro.

È un momento speciale, fermato e rimarcato nel tempo, con un significato particolare di cui le persone coinvolte sono consapevoli, è il modo per sottrarre un’attività al flusso ordinario delle abitudini e delle routine. Barbara Myerhoff

Potrebbe rivelarsi uno strumento prezioso di comprensione della complessità, luogo in cui elaborare il pesante carico emotivo e in cui costruire una storia nuova.

In poche parole racconta una narrazione che può aiutare a dare senso a qualcosa e a superarla.

È  per questo che hanno sempre fatto parte della vita dell’uomo … sarà come tornare a casa.

Bene, queste sono dunque le nostre proposte.

Niente di troppo impegnativo o complicato.

Tralasciamo la to do list dell’ovvietà

  • abete, vero o finto? (nel primo caso occhio alle radici, nel secondo, evitate la plastica made in China)
  • luci (ricordate che la casa deve accendersi come minimo Dyker Heights a Brooklyn)
  • palline e ninnoli vari (è arrivato il momento di tirar fuori tutti i preziosi manufatti che riportano a casa i vostri figli durante l’anno, finalmente trovano un posto)
  • ghirlande per porte e finestre
  • candele (per le classiche t-light, il pacco formato famiglia di ikea è sempre una buona opzione)

e concetriamoci su qualcosa di più interessante.

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I nostri rituali per un Natale da pandemia

Imparare a decifrare il linguaggio e l’umore delle stagioni che passano, è il primo passo per sperimentare l’energia nutritiva del mondo naturale e radicarci nel presente.

E l’inizio di ogni stagione è un momento particolare durante il quale fermarsi e fare il punto.

Oggi 21 dicembre è il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno perché il sole arriva a toccare il punto più basso dell’orizzonte.

Potreste segnare questo passaggio dall’autunno all’inverno, interagendo con il mondo naturale che vi circonda.

  • Camminate in un parco o per il quartiere e osservate la natura
  • Raccogliete foglie
  • Comprate fiori di stagione o oli essenziali.

 Il cedro calma mente e corpo, l’ abete di Douglas aumenta le concentrazione e stimola stati d’animo positivi, l’ eucalipto rischiara la mente e riduce la tensione, la tuia giapponese rilassa, l’abete siberiano riequilibra le emozioni.

L’elleboro è il fiore dell’inverno.

Già nel 1860 si usava tenerne in casa perché

adatto alle morbide penombre domestiche die pomeriggi brevi e alla luce opaca dei cieli di neve. Ippolito Pizzetti

Al vero Helleborus – e  non quello degli scrittori greci e latini che si ritenga curasse la follia ma al nostro Helleborus niger che fiorisce nei giorni di Natale – sembrano ispirarsi molte leggende cristiane e sicuramente molte tradizioni nordiche.

Si narra infatti che mentre i re Magi offrivano i loro doni nella stalla di Betlemme, una giovane pastorella sconsolata per essere giunta lì a mani vuote, ricevette la visita di un angelo che commosso le mostrò i fiori bianchi appena sbocciati sotto la neve.

Da allora questi fiori vennero chiamati Rose di natale.

Un’altra leggenda  del Nord racconta che questa rosa senza spine fiorì alla nascita del Bambino. Un rituale per un nuovo inizio.

Come curarlo
L’ elleboro appartiene alla famiglia delle ranunculacee ed è una pianta perenne a foglia caduca o sempreverde che non presenta grandi difficoltà di coltivazione.

Necessita di

  •  esposizione ombreggiata che rispetti le condizioni con cui cresce allo stato selvatico
  • terreno pesante composto di argilla e sabbia con una buona percentuale di calcio
  • abbondante copertura di concime organico, così da poter usufruire delle sostanze minerali indispensabili.

Fiorirà a Natale se tenuto al fresco fin quando non sviluppi i boccioli e subito dopo messo al caldo.

Starà benissimo negli angoli più oscuri del giardino ai piedi di grandi alberi o in vasi di media grandezza privi di sottovaso (non tollera il ristagno dell’acqua) in zone riparate di balconi o terrazzi.

Le specie nostrane più interessanti sono:

  • Helleborus niger o rosa di natale o fiore di sant’agnese, perenne sempreverde, vive nei boschi alpini e appenninici, con pochi fiori molto grandi, bianchi tendenti al porporino. La varietà precox porta molti fiori che sbocciano a fine novembre.
  • Helleborus foetidus o cavolo di lupo, perenne, sempreverde, vive nei dirupi ombrosi, sulle sponde di piccoli torrenti e consigliato per coltivazione in vaso. Può arrivare fino a 1 metro di altezza.
  • Helleborus viridis o piè di diavolo, perenne a foglia caduca, diffuso in Europa centrale e meridionale ha fiori verdi e inodori fiorisce tra gennaio e marzo.
  • Helleborus orientalis, o rosa di quaresima, fiorisce tra marzo e aprile è una perenne erbacea, ha fiori di diversi colori.

Iniziare la giornata all’alba con il desiderio di fare qualcosa per sé stessi e con l’intenzione di lasciar la mente libera di vagare tra letture, progetti, pensieri, musica e altre fascinazioni, stimolerà la capacità di guardare oltre.

David Thoreau si avventurava nella gelida mattina ad ascoltare i canti degli uccelli.

Georgia O’Keeffe si svegliava all’alba con una tazza di thè per uscire a passeggiare.

George Gershwin componeva musica fino all’alba.

E se la vostra sveglia non riuscisse a tirarvi giù dal letto, ritagliatevi un altro momento della giornata.

Rallentate e andate pure in riposo vegetativo, ma non lasciate che questo momento iberni il vostro spirito creativo.

 

Sperimentare l’analogico in tempi in cui il digitale sembra essere l’antidoto al distanziamento, vi renderà più consapevoli, presenti e grati.

Prendetevi del tempo per scrivere un biglietto di auguri, regalare qualcosa fatta da voi o un libro scelto con cura e magari con una bella dedica, spedite una cartolina natalizia o una lettera a chi è lontano. Vi aiuterà a trovare nuovi punti di riferimento in questo tumulto.

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E se questi rituali non dovessero fare effetto, inventatene di vostri. L’importante è che siano speciali.

Buon Natale

FVP