Quando si cammina in montagna può capitare ancora di vedere una barma, una roccia sporgente chiusa in alto da una specie di tetto e su uno o più lati da un muretto a secco. Era il luogo semplice offerto dalla natura che un tempo dava riparo ai pastori che vagabondavano da un pascolo a un altro.

Ci siamo chiesti quali barme avremmo potuto lasciare sul vostro cammino per invitarvi ad una sosta più confortevole e meno essenziale di quella che si incontra ad alta quota, ma altrettanto consolatrice e avvolgente?

Ecco gli 8 indirizzi per un’esperienza gastronomica da ricordare.

1. Blooming/Banco: il conviviale naturale

Blooming è un laboratorio gastroculturale che sceglie linguaggi diversi – arte, design, musica, cibo, vino – per raccontare storie di vita e di terra. Banco è un fast food completamente naturale, che utilizza solo materie prime locali di aziende e coltivatori fidati. Al Festival del Verde uniscono le forze per promuovere uno stile di vita sano, conviviale, fatto di rispetto per l’ambiente, scelte consapevoli, amore per il cibo stagionale a km0.

Per chi vuole prendersi una pausa, c’è il tavolo sociale, simbolo della filosofia di Blooming, dove assaporare, ascoltando musica dal vivo, il menù ricco di piatti leggeri e gustosi di Banco. Per gli amanti del déjeuner sur l’herbe, basterà scegliere tra le proposte sane e sfiziose, da provare comodamente sdraiati sul prato all’ombra degli alberi.

Ma due realtà che fanno della sostenibilità la loro missione, potevano dimenticare i più piccoli? NOOOO! E la proposta non poteva che essere un happy meal … ma 100% naturale…

In questo spazio condiviso, accadono molte cose.

Ore 10.00, pane cioccoliva, una crema al cioccolato spalmabile completamente vegetale

Ore 10.30-11.30 Lezione di yoga (offerta gratuita ) con snack incluso

Ore 12.30 – 15.30. pranzo

Ore 17.30. aperitivo con degustazioni di vino biologico e performance di musica live.

Sabato e domenica saranno realizzate coroncine di fiori, mentre sabato 11 maggio, l’aperitivo sarà accompagnato da una performance speciale e dalla presentazione della linea beachwear “Dama” realizzata dalle ragazze di Blooming.

 

2. Saccoccia Romana: il tradizionale rivisitato

Se siete dei veri streetfood lovers, abbiamo quello che fa per voi: una rilettura contemporanea e golosa della tradizionale pinsa. Nell’antica Rome le popolazioni contadine preparavano una focaccia o una schiacciata, macinando miglio, orzo e farro, che poi riempivano di sale ed erbe aromatiche. La Saccoccia Romana parte da qui, per spingersi molto più in là, ai confini della contemporaneità. La ricetta classica ha subìto diverse rivisitazioni fino a trasformarsi in un paesaggio gustativo che fa della tradizione il filo rosso tra passato e presente. Ha forma ovale, è realizzata con un mix di farine (frumento integrale, soia e riso), lievita 48 ore per un’alta digeribilità ed è stra-farcita, per accontentare anche i palati più esigenti. Allora via alla Vaccinara, una saccoccia ripiena di vaccinara con fonduta di pecorino; Porchetta, con porchetta fatta in casa; Amatriciana, con polpettine di patate e guanciale piccante; Vegetariana, con crema di zucchina concia, pomodorino confit e fiori di zucca; Romana con stracciatella di bufala, perso al basilico e prosciuto crudo di Bassiano. Che altro dire? Preparate le “saccoccie” (le tasche) per queste favolose pagnottelle da passeggio.

 

3. Birrificio San Biagio: il monastico

Chi ama la birra artigianale, amerà la birra del Birrificio San Biagio, un piccolo birrificio nato nel rimessaggio agricolo dell’ Antico Monastero di San Biagio, nel cuore dell’Umbria, dove si segue ancora l’antica tecnica della rifermentazione in bottiglia. E’ stato un monaco del terzo millennio, come ama definirsi Giovanni Ridolfi, a dare nuovo impulso ad una tradizione secolare e a creare queste birre, “nutrimento per il corpo e per lo spirito”. I must da provare? Monasta, capostipite delle Birre San Biagio, una doppio malto prodotta utilizzando l’alloro ricavato dall’albero secolare che si trova sul territorio del Monastero e dal miele degli apicoltori di Gubbio; Aurum, birra bionda, morbida e corposa, al profumo luppolo, malto e caramello, perfetta per le calde serate estive; Ambar, giudicata eccezionale nel concorso Mondial de la Bière, monastica scura con un caratteristico profumo di caffè tostato; Verbum, birra bianca con profumi di lievito e frutta, fresca e frizzante; Gaudens, birra chiara, struttura leggera e gusto amaro, gioia dell’anima. Ad accompagnare queste birre, panini e taglieri con formaggi e salumi locali.

 

4. Margherito: lo street-isssimo

Fatte ‘na pizza c’a pummarola ‘ncoppa, vedrai che il mondo poi ti sorriderà, cantava Pino Daniele. Avrete già capito, questo è l’indirizzo giusto per gli amanti del piatto più amato dai romani, come confermano i dati di una ricerca. Margherito, il piccolo furgoncino Volkswagen rosso del ’56, con un forno capace di sfornare più di 200 pizze. E se la pizza è stata sdoganata nelle diete ed è il cibo più popolare nel mondo, un motivo ci sarà! Forza che aspettate. Fatte ‘na pizza e crescerai più forte, nessuno, nessuno più ti fermerà.

 

5. Aromaticus: il contadino urbano

Aromaticus rievoca atmosfere di campagna profumate di erbe aromatiche, verdure dell’orto, prodotti che seguono il ritmo delle stagioni e del tempo che passa. Questo è il luogo perfetto per chi ama le storie, di passioni (per le piante aromatiche), di amori (per il verde, la terra e la vita), di ricerca e sperimentazione. Qui potrete gustare una panzanella con pane tostato, pomodoro datterino, capperi e alici di Pantelleria, basilico palla greco e mozzarella di bufala; o di un’insalata di farro con verdure km0, o di una fresca macedonia; o ancora di una moderna JackedPotato con crema leggera di Gorgonzola o burro, sale affumicato e cipollina; o di una torta fatta in casa. Studiate la trama [wp-svg-icons icon=”wink” wrap=”i”]

 

6. La Casa del Cremolato: il sofisticato

Com’è nato il cremolato dei Fratelli De Angelis? Dall’errore commesso il 1 aprile 1966 da Umberto De Angelis che dimenticò le sue fragole nel refrigeratore per un po’ di tempo. Il cremolato, a differenza della granita, è fatto di frutta fresca a pezzettoni lasciata freddare e ad acquisire – solo dopo una particolare lavorazione, segreto della casa – quel gusto che la rende così unico. Insomma questo cremolato è una miscela di frutta, zucchero, memoria, tradizione, artigianalità, tanto potente da evocare ricordi lontani, di quando bambini mangiavamo la frutta dall’albero nei lunghi pomeriggi estivi in campagna. Provare per credere [wp-svg-icons icon=”grin” wrap=”i”]

 

7. Stecco Lecco: il modern retrò

Dicono che il primo gelato su stecco nacque in Italia nel 1948. Era un gelato industriale, molto semplice, al gusto di fiordilatte, ma che trasformò il dolce freddo simbolo dell’estate in un cibo accessibile a tutti, da consumare in ogni luogo e momento della giornata. Stecco Lecco viene dal passato ma raccoglie i valori di un presente attento alla stagionalità, all’artigianalità e alla qualità. Latte fresco, ingredienti naturali (lattosio, proteine del latte, zucchero, addensanti ed emulsionati di origine vegetale), senza coloranti, conservanti, grassi idrogenati o additivi chimici. Insomma se amate i gelati di una volta, fermatevi qui.

8. AgrarMarkt Austria: il selvatico

L’ultima esperienza che vi vogliamo raccontare, è quella che più di tutte evoca la barma e le montagne. Profuma di pino cembro e di bosco, di pascoli verdi ricoperti di fiori eduli, di radici ed erbe spontanee che crescono folte sugli alpeggi austriaci. Chi ama i sapori selvatici, semplici ed essenziali della terra, deve fare assolutamente sosta qui, da Airship.03. Nell’installazione simbolo del Festival, potrà degustare gratuitamente formaggi e speck che raccontano la storia di antiche tradizioni e di affascinanti paesaggi naturali e culturali. Sono offerti da AMA (AgrarMarkt Austria),  l’organo austriaco che vigila su agricoltura e qualità degli alimenti, attraverso i marchi AMA-Gütesiegel e AMA-Biosiegel e assegna i sigilli di qualità al formaggio d’alpe g.U. (Denominazione di origine protetta) rifacendosi ad un sistema integrato di sicurezza che copre l’intera filiera produttiva, fino alla tavola. Merita una visita!

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