Si può a soli 7 anni innamorarsi perdutamente di un trombone? A vedere Melba Liston, la risposta è sì, perché quello era lo strumento più bello che lei avesse mai visto. Unica donna in un mondo tipicamente maschile, prima trombettista jazz femminile, Melba sfidò i pregiudizi e le convenzioni, lottò duramente per dimostrare il suo talento, fino a guadagnarsi un posto nelle più famose orchestre jazz internazionali, arrivando a suonare con Dexter Gordon o Billie Holiday.

 

 

Non era una cosa comune vedere una persona suonare rock negli anni quaranta. Soprattutto se questa persona era una donna nera che amava Dio e i night club e voleva cantare gospel in chiesa e musica secolare fuori. Sister Rosetta Tharpe, musa ispiratrice di Elvis Presley, Little Richard, Johnny Cash, Jerry Lee Lewis, spregiudicata e anticonformista, era una donna nera che cantava musica gospel accompagnandosi con la sua chitarra elettrica. A 19 anni lasciò il marito rompendo ogni convenzione sociale dell’epoca per seguire la sua musica che la portò nel 1946 a conoscere la famosa cantante gospel Marie Knight  che divenne sua partner nel lavoro e nella vita.

 

 

Capelli corti, completi da aviatore, Amelia Eararth, indipendente e inquieta, fu una donna moderna che con la sua impresa eroica, contribuì all’emancipazione delle donne, trasformandosi presto nell’ icona dei movimenti femministi. Prima donna a volare sull’Oceano in una transvolata atlantica in solitaria, scomparve nel Pacifico nel 1937 durante un avventuroso volo nella sua ultima tappa del giro del mondo. Le paure sono tigri di carta diceva, e lei le sue, le affrontava ogni giorno. Conosceva le regole del gioco e i rischi che correva, ma Amelia voleva andare oltre perché era quello che amava di più.

 

 

Anticonformista e rigorosa, dedicò la sua vita alla sua passione la botanica. Per anni considerata collaboratrice del marito Mario Calvino, e madre del celebre scrittore Italo Calvino, Eva fu in realtà una donna avventurosa. Fu la prima donna in Italia, nel 1926, a diventare docente di Botanica all’ Università; vinse la cattedra di Botanica all’università di Cagliari e ne diresse l’Orto botanica; si sposò per procura; si trasferì a Cuba dopo solo pochi giorni dal matrimonio e lì non solo diresse la Stazione Sperimentale di Floricoltura che si occupava di canna da zucchero, ma aiutò le donne cubane a studiare e a diventare indipendenti; anticipò con le sue ricerche, tematiche moderne, come la protezione della natura, il risparmio energetico, la lotta biologica. Che la vita fosse anche spreco, questo mia madre non lo ammetteva: cioè che fosse anche passione. Perciò non usciva mai dal giardino etichettato pianta per pianta, dalla casa tappezzata di bouganvillea, dallo studio col microscopio sotto la campana di vetro e gli erbari.

 

 

Se nella vita il vostro sogno è andare sulla luna, dovete proprio impegnarvi per realizzarlo! Valentina Tereshkova, sovietica, paracadutista e operaia tessile, ci riuscì e nel 1963, a soli 26 anni, volò nello spazio a bordo della navetta spaziale Vostok-6. Dopo 2 giorni 22 ore e 50 minuti e 48 orbite attorno al pianeta, tornò sulla Terra, totalizzando più ore nello spazio in una sola missione di quante ne avessero mai fatte tutti gli astronauti americani messi assieme. Fu la prima cosmonauta ad aver compiuto un viaggio in solitaria, la prima madre e il primo civile nella storia, a raggiungere lo spazio, il primo generale donna nell’esercito sovietico. Americani, Asiatici, lo dicono tutti, lo dice chiunque sia stato nello spazio: tutti abbiamo visto la stessa cosa, che la Terra è così bella e così fragile. Dobbiamo proteggerla.

 

 

Quanto bisogna lottare per ricevere un Nobel per la Pace? Lo sa bene Wangari Maathai che per difendere i diritti delle donne e della sua terra, venne diverse volte osteggiata e incarcerata. Nel 2004 fu la prima donna africana a ricevere un Premio Nobel per la Pace. Ha lottato tutta la vita perché alla donne africane fosse non solo riconosciuto il diritto di lavorare ma di ricevere adeguato compenso. Si è battuta per bloccare lo sfruttamento della sua terra ad opera delle grandi industrie e proteggere l’ecosistema. E sempre sotto gli occhi impotenti e indifferenti del suo popolo. Nel 1977 fondò il Green Belt Movement, un’associazione che mirava a ripopolare di piante e alberi il territorio africano attraverso il lavoro e la manodopera agricola femminile. Dalla sua fondazione ad oggi, il Green Belt Movement ha permesso a oltre 300mila donne di piantare più di 51 milioni di alberi.

 

 

Ha solo 16 anni ma coraggio da vendere, questa ragazzina con le trecce che insegna che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Se alcuni ragazzi decidono di manifestare dopo la scuola, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo volessimo veramente. Il suo discorso alla Conferenza Mondiale sul Clima ha commosso e agitato gli animi di 196 governi. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. Molti soffrono per garantire a pochi di vivere nel lusso. La sua lotta per bloccare il cambiamento climatico ha ispirato gli studenti di tutto il mondo a boicottare le lezioni per protesta e negli ultimi mesi in molte città migliaia di studenti delle scuole superiori hanno deciso di non andare a scuola il venerdì, seguendo proprio l’esempio di Greta. E’ successo a Sydney, Bruxelles, Berlino, L’Aia, Londra e in altri Paesi. Voi dite di amare i vostri figli ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi – ha detto – finché non vi fermerete a focalizzare cosa deve essere fatto anziché su cosa sia politicamente meglio fare, non c’è alcuna speranza. Non possiamo risolvere una crisi senza trattarla come tale. Noi dobbiamo lasciare i combustibili fossili sotto terra e dobbiamo focalizzarci sull’uguaglianza e se le soluzioni sono impossibili da trovare in questo sistema significa che dobbiamo cambiarlo.

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