Pensare alle api e agli altri insetti impollinatori può cambiare radicalmente il modo di fare giardinaggio trasformando noi in giardinieri ecologici, i nostri giardini e spazi esterni in luoghi  di biodiversità.

È questo il filo che lega i 3 appuntamenti del Festival del Verde 2023 dedicati alle api, all’ apicoltura urbana, al miele e ai progetti di protezione degli impollinatori.

Le api

Cosa sappiamo delle api?

  • Sono più di 20.000 specie nel mondo, più di tutte le specie di uccelli (18.000, in base alle stime più generose) e di mammiferi (6.500 o poco meno).
  • Impollinano il Il 90% delle piante selvatiche a fiore e il 75% delle principali colture agrarie esistenti
  • Ordinano i numeri di dimensioni crescenti da sinistra a destra e sanno fare addizioni e sottrazioni utilizzando i colori al posto dei simboli più ( giallo) e meno (blu).
  • Sono capaci di riconoscere i volti identificando un connubio di linee e forme come un pattern che possono tenere in memoria e riutilizzarlo più avanti.
  • Hanno due occhi composti che permettono di vedere l’ambiente circostante, individuare i movimenti e alle api di reagire più velocemente e tre occhi semplici, detti ocelli, per vedere gli oggetti molto vicini.
  • La durata media della vita di un’ape e di circa 40 giorni
  • Riescono volare a 25km orari battendo le ali 11.400 volte al minuto
  • In ogni alveare ci sono da 20 a 50mila api
  • In un anno un alveare produce 20-30 chilogrammi di miele, anche 40 se la stagione è buona e il territorio è favorevole.
  • Per fare 1kg di miele una colonia deve compiere tre volte il giro della Terra visitando 3 miliardi di fiori
  • La forza delle api è lo sciame e il numero dei suoi componenti. Uno sciame forte arriva a conteggiare anche 60.000 individui.
  • Quando la regina depone le uova, lo fa con ritmi sbalorditivi. Se in ottima salute arriva a deporre anche 2mila uova al giorno
  • L’Italia è l’unico paese europeo che ha redatto la Lista Rossa per i due gruppi più importanti di impollinatori, le api selvatiche e le farfalle diurne Oggi il 40% degli insetti impollinatori è a rischio di estinzione.

 

La città giardino: una città per le api 

Le api, presenti sulla Terra da oltre 100 milioni di anni, sono le protagoniste di questo talk che prende le mosse dalla presentazione del libro  Le api, l’arte, la città di Claudia Zanfi, storica dell’arte, promotrice culturale e appassionata di giardini. Un manuale dedicato alle api, alla loro salvaguardia e al loro speciale dialogo con il mondo dell’arte, del design e dell’architettura.

Dalle prime pitture rupestri al Parco Güell di Antonio Gaudì a The Hive di Wolfang Buttress, opera del padiglione inglese vincitrice di Expo 2015. Dai murales di Louis Masai Michael ai pezzi di design di Gianmaria Conti Naturae 2015, o Beespot di Judith Cowan. Dall’opera di Albrecht Dürer Cupido con ladro, all’installazione della scultrice coreana Anicka Yi o di Tomáš Libertíny, Eternity.

Il libro nasce da un’esperienza di apicoltura urbana a Milano- Alveari Urbani – iniziativa curata dal programma internazionale Green Island e nata con l’obiettivo di sensibilizzare le persone ai temi di salvaguardia degli impollinatori e della biodiversità.

Apiari d’artista

Alveari Urbani si occupa di incentivare l’arte e la creatività, chiamando a raccolta numeri artisti e designer a cui viene data la possibilità di ideare arnie uniche e innovative nello loro forme.

Ha quindi avviato una collaborazione con diversi autori internazionali, per la progettazione di arnie speciali da collocare all’interno di apiari d’artista. La costruzione di arnie avviene in collaborazione con artigiani locali e attraverso l’uso di materiali ecologici.

L’introduzione di nuove arnie ha permesso di incrementare la biodiversità urbana: la presenza di api aumenta l’impollinazione di piante e fiori nei parchi e sui nostri balconi. Inoltre, intorno agli apiari d’artista, vengono realizzate semine di fori melliferi utili agli impollinatori, per migliorare l’ambiente e la vita di questi insetti.

Alveari urbani, nel creare luoghi utili per le api, valorizza spazi verdi in disuso o abbandonati e organizza corsi, laboratori, eventi, attività collettive per creare luoghi di incontro e aggregazione, incentivare l’apicoltura e far conoscere il mondo di questi insetti tanto preziosi.

Dal 2014 ad oggi, ha portato oltre 30 arnie artistiche in diversi parchi pubblici della città.

Proteggiamo le api: Life for pollinators

L’impollinazione animale consente a tantissime piante di riprodursi ed è quindi la base fondamentale dell’

  • dell’ecologia delle specie
  • del funzionamento degli ecosistemi
  • della conservazione degli habitat
  • della fornitura di una vasta gamma di importanti e vitali servizi e benefici per l’uomo, inclusa la produzione di alimenti, fibre, legname e altri prodotti tangibili.

Negli ultimi anni gli apicoltori hanno segnalato un’insolita diminuzione del numero di api e perdite di colonie, in particolare nei paesi dell’Europa occidentale, tra cui Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Italia e Spagna.

Non è stata individuata una causa unica per la diminuzione del numero di api.

Sono stati invece indicati diversi fattori concomitanti, che agiscono in combinazione fra loro o separatamente:

  •  gli effetti dell’agricoltura intensiva e dell’uso di pesticidi
  • la fame o lo scarso nutrimento a disposizione delle api
  • i virus
  • gli attacchi di agenti patogeni e delle specie invasive – come l’acaro Varroa (Varroa destructor), il calabrone asiatico (Vespa velutina), e il piccolo coleottero dell’alveare Aethina tumida
  • i cambiamenti ambientali (ad esempio la frammentazione e la perdita di habitat).

Comprendere il ruolo degli impollinatori è fondamentale per elaborare strategie mirate alla conservazione delle specie, della biodiversità e di tuttI i benefici che derivano da queste realtà. Il valore economico annuale dell’impollinazione animale ammonta a circa 153 miliardi di euro a livello mondiale, 22 miliardi su scala europea e tre miliardi sul piano nazionale.

LIFE 4 Pollinators, progetto coordinato dall’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna e cofinanziato dal fondo europeo LIFE, è nato proprio con gli obiettivi di:

  • proteggere le api selvatiche e gli altri impollinatori nel Mediterraneo
  • migliorare la conservazione degli insetti impollinatori e delle piante entomofile nella regione mediterranea.

 

L’apicoltura urbana: Api Romane

L’apicoltura urbana,

  • sperimenta, innova, socializza, riqualifica spazi abbandonati
  • crea opportunità lavorative e di condivisione
  • si mescola con l’architettura, la cultura e l’arte
  • si sposa con l’orticoltura urbana, con il giardinaggio
  • diventa veicolo di messaggi ecologisti
  • si fa baluardo contro la cementificazione selvaggia
  • diventa didattica presso le scuole per sensibilizzare i più piccoli alla meraviglia del microcosmo.

Api Romane è un’associazione di apicoltori non professionisti che si prefigge di promuovere l’apicoltura come fulcro di una nuova ecologia urbana nella città di Roma.

Il suo obiettivo è attivare un processo sostenibile, inclusivo e pro-attivo, caratterizzato da una forte interconnessione tra cittadini, professionisti, associazioni, enti, istituzioni.
Crede che la salvaguardia dei beni comuni della  Capitale e lo sviluppo di una sensibilità eco-sociale possano avvenire tramite lo strumento della apicoltura.
Crea oasi per le api e corridoi verdi per salvaguardare la biodiversità della nostra Capitale in collaborazione con l’amministrazione pubblica e le realtà urbane già attive (come orti sociali, associazioni ed enti di ricerca) valorizzando così spazi verdi pubblici e privati per rendere Roma una città a misura di persona e di ape.
Organizza attività legate alla didattica, formazione, produzione, attraverso le quali ri-attivare nella cittadinanza romana un senso civico, la volontà di partecipazione “dal basso” e al riavvicinamento dell’uomo delle città verso la natura e la cultura del verde.

 

Il miele e le Ambasciatrici e gli Ambasciatori

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Secondo i ricercatori dell’Università di Bristol, l’alleanza tra uomo e ape è antica tanto quanto l’agricoltura: 9.000 anni fa i primi coltivatori del Neolitico avevano già iniziato a sfruttare la cera e il miele, come dimostrano le tracce più antiche – trovate in Turchia – risalenti al VII millennio avanti Cristo.
Il motivo principale per cui sfruttare le api doveva essere il miele e la cera, usata per motivi rituali, cosmetici, medicinali o tecnologici, ad esempio per rendere impermeabile il vasellame di ceramica.

Che cos’è il miele?

È la sostanza elaborata dalle api mellifere e non da altri insetti, solo a partire dal nettare dei fiori o dalla melata, non da altri prodotti zuccherini.

Nessuna sostanza può essere aggiunta o sottratta al prodotto delle api, perché possa essere definito miele.

Il nettare è infatti una sostanza zuccherina che le piante producono proprio per attirare gli insetti, che si fanno così vettori inconsapevoli del polline, l’elemento fecondante, che viene in questo modo trasportato su altri fiori.

Piante diverse danno nettari diversi e di qui nasce la varietà del prodotto.

Anche il polline viene raccolto dalle api, ma non serve per l’elaborazione del miele piuttosto come alimento proteico per le forme giovanili.

Nel miele il polline è presente solo in piccolissima quantità, come componente accidentale.

Sostenere e diffondere la cultura apistica, del miele e degli altri prodotti dell’alveare è la missione delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori dei Mieli, un’associazione che collega il mondo della produzione a quello del consumo e nasce dal desiderio di trasformare l’esperienza e i valori dell’apicoltura in consocenza e cultura.

L’ambito di maggiore competenza e attività è rappresentato dalla promozione del miele di qualità attraverso la valorizzazione delle sue caratteristiche organolettiche.

Per questo l’associazione svolge un ruolo specifico nel diffondere le tecniche di analisi sensoriale del miele, sostiene la formazione dei propri soci e socie e tutela e valorizza la funzione degli esperti e delle esperte nell’assaggio.