Le città finalmente respirano.

Aprono finestre, balconi, terrazzi, davanzali e cortili. Pifferai magici intenti a sedurre con i loro silenzi e con i loro spazi finalmente liberati, chi prima non li avrebbe mai seguiti. Lepri, cinghiali, cervi, lupi e caprioli si spingono oltre i limiti di boschi e campagne, per conquistare queste terre di confine ormai stremate dal continuo assedio di un nemico forte e misterioso.

Gli animali selvatici godono di strade, piazze e parchi urbani e di un’acqua che ha ritrovato i colori della creazione. Godono della nostra assenza e dell’incapacità tutta umana, di non comprendere che era arrivato il tempo di fermarsi.

Divinità silvestri offese stanno penetrando nel nostro mondo. Il patto tra uomo e foresta si è rotto, gli occhi del fauno ci guardano dalle siepi come i mostri nati dalle Uova Fatali di Bulgakov. Il minotauro è uscito dal labirinto. Paolo Rumiz

La Natura Selvatica che per secoli ha combattuto per la libertà, ora finalmente sta riconquistando i suoi spazi, liberando tutti gli esseri viventi che li abitavano e cercando un dialogo con l’uomo. Una tregua, un armistizio che garantisca la pace per gli anni a venire.

Stiamo rinsavendo per trauma, non per saggezza, ma va bene lo stesso. Paolo Rumiz

Stiamo scoprendo il profumo e la fragranza dell’aria pulita che sazia i nostri polmoni e accarezza i panni stesi, le piante che rallegrano il nostro vivere. Stiamo imparando ad apprezzare la compagnia del silenzio notturno che ci conosce come nessun altro al mondo. Ci sentiamo consolati dal sole che bussa alle nostre finestre ogni mattina, dalle serate stellate e dalla presenza di una luna consolatrice mai così vicina. Il popolo degli Inuit usa la parola Sila per riconoscere che siamo inseriti in un sistema di forze ed entità senza esserne al centro: atmosfera, cielo, intelligenza, natura, cosmo, tempo… Ecco forse in questa sospensione non dovremmo assolutamente perdere l’opportunità di comprendere come tutto è interconnesso e come è tutto parte di una realtà più grande di noi.

Le città vivono.

Sono organismi che seguono il ritmo della Natura. Noi ora possiamo solo stare a guardare dai nostri avamposti sul mondo, la vita che verrà e ringraziare la Natura per esistere anche senza di noi.

Grow wild!