Regala forza, serenità e coraggio. Insegna la resilienza, la compassione, la pazienza e il senso di connessione (e protezione) con gli altri esseri viventi. Marco Rigamonti, ingegnere nucleare ma fotografo da venticinque anni, ha un rapporto speciale con il mare. Lo esplora, lo documenta, lo ama. Da osservatore appassionato, ha seguito il litorale italiano lungo i suoi 7.458 chilometri per ritrarre i momenti della vita italiana che riescono ad evitare il rumore o la presenza del turismo di massa.

Le sue fotografie raccontano il rapporto speciale che lega le persone al mare e alla costa. In scena c’è tutto: paesaggi marini, mai ordinari, il silenzio, la malinconia, la leggerezza che strappa un sorriso e l’ironia  di un Paese che sa convivere con le sue contraddizioni: bellezze storiche e naturalistiche da un lato, costruzioni abusive e brutte fabbriche dall’altro.

Lasciandosi ispirare dal quotidiano, cattura la selvatichezza di luoghi e persone che nonostante i continui sforzi di addomesticamento, lasciano trasparire ancora una condizione di arcaica autenticità e una dimensione istintiva, governata da emozioni e slanci solo apparentemente lontani. E sono proprio i dettagli a testimoniare questa volontà di rappresentare uno stato d’animo e un modo di essere delle coste, piuttosto che un atlante delle spiagge o una sequenza di paesaggi estivi. Marco Rigamonti cattura i ragazzi che si tuffano dagli scogli o che giocano a calcio davanti ad uno stabilimento, i bambini che giocano in mezzo a case abusive o a scheletri di vecchi edifici abbandonati costruiti in riva al mare, le acque caraibiche di spiagge rese bianchissime dagli scarichi industriali, la natura degradata dall’incuria umana e la natura selvaggia risparmiata dall’uomo. Racconta di riti e rituali attraverso una narrazione potente che non si svela fino in fondo, ma si costruisce con e nella fantasia di chi guarda. Così ci si può rivedere in una giovane coppia di sposi che attraversa uno stabilimento forse dismesso per arrivare al mare e farsi magari qualche foto; un sacerdote che predica e una piccola folla seduta su sedie di plastica su una piattaforma di cemento davanti al mare che ci riporta alle messe estive celebrate all’aperto nelle calde località turistiche marine; una natività che guarda il mondo da una barchetta ancorata in rada e attende ondeggiante l’arrivo dei fedeli. Il suo obiettivo rende visibile la difficile relazione tra paesaggio ed essere umano e racconta con empatia, senza mai giudicare, la complessità di un rapporto di fatale attrazione.

La strada blu è il titolo della mostra di Marco Rigamonti organizzata dal festival di fotografia Cortona On the Move 2019 ed esposta nell’antica fortezza medicea del Girifalco. Fino al 29 settembre.